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Gli ultimi concerti previsti a Londra e la morte improvvisa (2009)

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Messaggio  Admin Dom Mag 26, 2013 6:10 pm

Gli ultimi concerti previsti a Londra e la morte improvvisa (2009) Michae19

Il 5 marzo 2009, Michael Jackson tenne una conferenza stampa all'O2 Arena di Londra (alla quale erano presenti oltre 2.000 fans), in cui annunciò di aver programmato una serie di concerti all'O2 Arena stessa nel luglio successivo. Michael inoltre affermò che si sarebbe trattato del final curtain call come dichiarò nella conferenza stampa indetta a fine maggio, ovvero le sue ultime esibizioni. Con queste parole non si era capito bene se il cantante non avrebbe più partecipato a concerti in generale o se si riferisse alla sola Londra, in ogni caso si erano generati parecchi dibattiti tra i giornalisti. Non vi furono ulteriori annunci da parte di Jackson se non un "ci vediamo a luglio". Nel maggio dello stesso anno si sparse la notizia, resa pubblica dal The Sun e ripresa dal Corriere della Sera, che il cantante soffrisse di un tumore alla pelle[150]. Anche questa notizia fu poi smentita dal dottor Tohme Tohme [151] e dal referto autoptico.
Nel giugno del 2009, Jackson si trovava a Los Angeles per le prove che si svolgevano allo Staples Center.
Il 25 giugno 2009, mentre era nella sua casa di Holmby Hills (Los Angeles), Michael Jackson ebbe un malore. Stando alle dichiarazioni del Dott. Murray, medico assunto dalla Aeg Live, la società promotrice dei concerti londinesi, la notte del 24 giugno 2009,nonostante avesse somministrato in più riprese alcune benzodiazepine al cantante, quest'ultimo non sarebbe riuscito ad addormentarsi, così il dottore alle ore 10.40 gli somministrò l'anestetico propofol e dopo che Jackson avrebbe preso “sonno” verso le ore 10.50, l'avrebbe lasciato da solo per due minuti per andare in bagno, nonostante il paziente non fosse attaccato ad una pompa d'infusione, obbligatoria per regolare la somministrazione di tale farmaco. Tornato nella stanza, verso le ore 10.52 Murray, accorgendosi che la pop star non respirava più, iniziò a praticare una sorta di rianimazione cardiopolmonare sul letto, dove non produce alcun effetto, in quanto va praticata su una superficie dura[152]. Durante le indagini si scoprirà che dopo la somministrazione del propofol, Murray era al telefono e stava utilizzando due cellulari[153], di cui non si è servito per chiamare i soccorsi, ma per effettuare varie chiamate ed invii di mail tra cui una per tranquillizzare un funzionario della Lloyd’s Insurance,l'assicurazione dei concerti londinesi, riguardo alle condizioni di salute di Jackson; dai tabulati presentati al processo, però, si evincerà che la mail è stata spedita quando il cantante era già morto[154].
I soccorsi vennero chiamati più di un'ora dopo, alle ore 12.21, dalla guardia del corpo di Jackson, Alvarez[155], come testimoniò anche il paramedico che ricevette la telefonata[156]. I paramedici del Los Angeles Fire Department giungono alle 12.28. Il tempestivo trasferimento alla clinica dell'UCLA Medical Center, la clinica ospedaliera dell'Università della California non bastò, i tentativi di rianimazione fallirono e venne dichiarato morto alle ore 14.26[157]. L'autopsia stabilì che la sua morte avvenne per una somministrazione eccessiva di Propofol [158], a pochi giorni dalle ultime prove dei concerti che si sarebbero dovuti tenere alla O2 Arena di Londra dal 13 luglio 2009. Le immagini video delle prove svoltesi allo Staples Center mostravano un Jackson in ottima forma ma in realtà non è così come si deduce dal referto autoptico [159] e dalle mails di Kenny Ortega e Randy Phillips[160].
Essa rilevò che Jackson era in condizioni di salute abbastanza buone al momento del decesso, rispetto alle persone della sua età e inoltre confermò una volta per tutte che il cantante soffriva di vitiligine[161]. Fonti vicine alla famiglia riportarono che negli ultimi giorni Michael era sotto stress per i 50 concerti che avrebbe dovuto tenere a Londra[162]. Sempre secondo persone vicine a Jackson, il cantante assumeva eccessive quantità di pillole quotidianamente, addirittura più di 40 xanax al giorno[163]. Ma gli esami tossicologici rileveranno che non vi erano sostanze nel suo organismo a parte quelle somministrate dal Dott. Murray quella notte, né alcool o droghe di alcun genere e nessuna pillola nel suo stomaco[164]. Anche lo Xanax (Alprazolam) non è stato rinvenuto né nel suo organismo né in casa[165][166]. Il giorno della morte della star la rete esplose: in quella mattina, infatti, i siti web a lui dedicati, ma soprattutto tutti i social network a partire da Facebook e Twitter, fecero notare ai propri utenti un'enorme lentezza, dovuta proprio a tutti i messaggi lasciati per il grande Jackson oltre alla creazione di continui gruppi che parlavano dell'artista e delle sue opere. La sola stima dei Twits fu di oltre 5.000 messaggi ogni minuto. Si dice inoltre che Facebook e tutti gli altri social network rimasero bloccati per ore per il grande numero di messaggi per l'icona del pop.


La stella di Jackson a Hollywood; dopo la sua morte i fan vi lasciarono in suo omaggio alcuni ricordi.
Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama mandò le proprie condoglianze scrivendo una lettera alla famiglia Jackson[167]. In seguito, il 7 luglio, allo Staples Center di Los Angeles, si svolse una commemorazione pubblica con la presenza di circa 18.000 fan estratti a sorte alla lotteria, amici e parenti[168]; il 3 settembre successivo venne organizzata una cerimonia funebre in forma privata al Forest Lawn di Los Angeles, il cimitero delle celebrità, dove il corpo di Jackson si trova tuttora. Nel testamento redatto nel 2002, Michael Jackson affidò i suoi tre figli alla madre, la settantanovenne Katherine. È quanto emerse dal documento presentato in tribunale a Los Angeles, in cui l'artista nominò la collega e amica Diana Ross come tutrice, qualora sua madre non fosse in grado di prendersi cura dei tre ragazzi. Ma il suddetto documento, dopo la morte del cantante, mosse immediatamente dubbi e polemiche riguardo l'autenticità in quanto Jackson si trovava a New York il giorno in cui l'avrebbe firmato, invece la città riportata su di esso è Los Angeles. Gli esecutori non diedero una spiegazione esauriente in merito. Dissero che il nome della città di Los Angeles sarebbe stato trascritto per errore. Tra l’altro i nomi dei figli della star sul testamento furono riportati in modo errato; alcuni familiari del cantante hanno dichiarato che Michael non avrebbe mai sorvolato su errori di questo genere soprattutto su un documento così importante per i suoi figli[169][170]. Randy, Janet, Rebbie, Tito e Jermaine Jackson nell'estate 2012 hanno spedito una lettera a John Branca e a John McClain il 17 luglio 2012, chiedendo le dimissioni immediate di queste persone dalla funzione di esecutori dell’Estate. Nel documento, i fratelli Jackson scrivono che il testamento è un falso, inesatto e fraudolento[171]. I Jackson firmatari della lettera hanno denunciato nella stessa anche AEG, la società promotrice dei concerti londinesi di MJ e hanno coinvolto anche SONY e la COLONY CAPITAL, la società che rilevò una quota del Neverland Ranch; queste sono tutte le persone elencate alla fine per conoscenza: Randy Phillips, Paul Gongaware, Tim Leiweke (AEG), Trent Jackson, Laurel Henry, Perry Sanders, Howard Weitzman, Martin Bandier (SONY), Philip Anschutz e Tom Barrack (Colony Capital)[172]. Successivamente anche il Reverendo Al Sharpton è apparso in tv a sostegno dei firmatari della lettera, testimoniando che l'artista in realtà si trovava con lui a NY il giorno in cui, secondo Branca e McLain, avrebbe firmato il testamento[173]. Inoltre nel 2009, dopo che i due presunti esecutori testamentari depositarono il testamento, gli stessi con un comunicato stampa riferirono che Branca era stato assunto di nuovo da Jackson otto giorni prima della sua morte[174]. Ma nel 2003 la "Interfor", agenzia investigativa, aveva scoperto una stretta relazione d'affari tra Branca e Tommy Mottola, l'ex-presidente della Sony Records, la quale faceva ritenere che i due presumibilmente stessero progettando un piano per far crollare l'impero finanziario di Michael Jackson[175]. Al momento della morte, Jackson era indebitato per oltre 400 milioni di dollari, accumulati negli ultimi anni in cui il cantante ha dovuto affrontare enormi spese[176][177]. L'insieme dei beni di Michael, è stato valutato a oltre 1 miliardo di dollari per le quote di diritti detenuti dal Re del Pop sul catalogo dei Beatles e di altri artisti, oltre alla proprietà delle sue canzoni stimata al valore di 75 milioni di dollari. In seguito alle pubblicazioni postume alla morte, l'entourage del cantante ha riscontrato guadagni per oltre 90 milioni di dollari. L'intero patrimonio è stato affidato alla fondazione Michael Jackson Family Trust.
Nelle 3 settimane successive alla morte, sono stati venduti in tutto il mondo oltre 9 milioni di copie dei suoi album[178]. Le vendite dei suoi dischi hanno superato gli 8.2 milioni di copie negli Stati Uniti e le oltre 29 milioni di copie in tutto il mondo[179] e hanno fatto di Jackson l'artista più venduto del 2009.

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